“Paolo VI: dieci parole ai giovani”

4a Mostra Evento in Onore del Sommo Pontefice, Sua Santità Papa Benedetto XVI, nel soggiorno estivo nella sua residenza di Castel Gandolfo dal titolo “Paolo VI: dieci parole ai giovani” del Maestro Francesco Guadagnuolo, presso la Cripta della Chiesa Pontificia di Castel Gandolfo. Realizzata con la partecipazione della Regione Lazio.

Impresa davvero ardua la realizzazione delle opere pittoriche che si è prefissato Francesco Guadagnuolo per celebrare Papa Paolo VI nel 30° anniversario della morte, in occasione dell’Anno Paolino indetto dal Sommo Pontefice Benedetto XVI bimillenario della nascita di San Paolo, l’Apostolo delle Genti.
L’esposizione 2008, giunta alla Quarta Edizione, ha per titolo: «Testimoni del nostro tempo – Paolo VI: dieci parole ai giovani» un decalogo per i giovani del Terzo Millennio tratto dall’insegnamento di Paolo VI scelti per la realizzazione di tale progetto dal compianto Mons. Pasquale Macchi che Guadagnuolo ebbe il privilegio di conoscere personalmente.
Divenuto un vero e proprio appuntamento annuale nella Città di Castel Gandolfo, storica residenza estiva dei Papi, la Mostra-Evento del Maestro Francesco Guadagnuolo, (socio onorario dell’Associazione NCR) promossa e organizzata dall’Associazione Nuovi Castelli Romani con la collaborazione dell’Istituzione per la Gestione delle attività Culturali della Città di Castel Gandolfo, ha voluto assumere, sin dalla prima mostra dell’artista il senso di un devoto omaggio al Sommo Pontefice offertogli durante la sua permanenza estiva a Castel Gandolfo. L’esposizione manifesta la trasposizione in arte del parallelismo tra l’Apostolo Paolo e Papa Paolo VI, che fu particolarmente sensibile alla diffusione del messaggio cristiano ovunque nel mondo. La mostra trasmette nell’immediatezza del rilevato artistico il messaggio di Paolo VI, che i giovani del Terzo Millennio possono conoscere attraverso le opere d’arte del Maestro Guadagnuolo. Con questa mostra, l’artista ha scoperto un modo originale nello sviluppare il legame tra parola e immagine, creando novità nell’espressione artistica, nella realizzazione del ritratto papale. Così la scrittura comunica con l’immagine del Papa e con l’immagine del Verbo Gesù Cristo, da cui si svela l’energia spirituale, una profonda riflessione d’amore.
Spiega Francesco Guadagnuolo: «Ho voluto dedicare dieci tavole a Papa Montini collegandole a dieci meditazioni selezionate nel 2004 da Mons. Pasquale Macchi, Segretario privato del Papa. Queste riflessioni di Paolo VI sono rivolte ai giovani del terzo millennio, a cui il Papa desiderava consegnare il nucleo vitale del suo magistero fondato non solo sui valori della fede ma anche sulla coscienza dell’impegno sociale e civile nel nome di Gesù Cristo Redentore, colto nei due tempi essenziali della Croce e della Resurrezione. Per questo motivo nelle tavole il Volto di Cristo è interpretato nel segno di una ricerca al senso dell’esistenza e della imperscrutabilità del mandato del Padre. E allo stesso modo si è cercata un’immagine inedita di Paolo VI, colui che, come scrisse Giovanni Paolo II “è stato il Papa dell’Umanità: se Egli ha amato intensamente la Chiesa, con non minore sincerità ha amato, rispettato, esaltato e difeso l’Uomo”. Quell’umanità amata profondamente da Paolo VI che non sempre è stata capace di comprendere la pena del Papa, le sue azioni di altissima misericordia. Per questa ragione nella Collezione ho cercato l’aspetto meno visibile e più riservato del Pontefice, la bellezza nel silenzio della verità».
«La capacità artistica di Francesco Guadagnuolo – scrive in catalogo Giulio Andreotti – in questi ritratti è straordinaria”. Secondo Mons. Sante Montanaro nel presentare la collezione: “Parole e immagini, amalgamate insieme in un affettuoso abbraccio, hanno dato vita ad un unico, suggestivo e magico affresco donde è emersa l’opera d’arte “vera” del Maestro Francesco Guadagnuolo, che ha reso giovani e uomini maturi partecipi di quello che è stato il sublime Magistero e il grande insegnamento di un indimenticabile Papa del XX secolo».
Ed ancora il Presidente dell’Ass. NCR Ettore Pompili: «Il pregio più evidente di questo ritratto papale, consiste, nella profonda simbiosi tra parola e immagine che conferisce carattere di novità e unicità all’espressione artistica. la scrittura comunica con l’immagine del Papa e l’immagine con la forma, rendendo l’opera d’arte autenticamente originale e creativa».
Una mostra quella di Guadagnuolo che unisce nel pensiero e nella meditazione due figure lontane per date, ma molto vicine per affinità. C’è una tavola che esprime bene questo concetto: Papa Paolo VI che fa visita alla Basilica più celebrata dedicata all’Apostolo Paolo, che riunisce numerose tracce della misericordia dei Pontefici.

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