Iryna Zyza è stata protagonista a Marino di Calici di Stelle, la due giorni dedicata al vino che si è sviluppata presso il Belvedere Mastroianni venerdì 26 e sabato 27 luglio. La nostra responsabile artistica ha esposto i suoi quadri, ammirati anche da esponenti delle amministrazioni dei Castelli Romani e in particolare del padrone di casa Stefano Cecchi, sindaco di Marino Laziale.
Ringraziamo il Primo Cittadino per l’ospitalità alla nostra Iryna, gli assessori Roberta Covizzi, titolare delle deleghe a Spettacolo e Turismo, tra le altre, e Pamela Muccini, titolare della Cultura, e siamo felici che Marino Laziale sia stata protagonista di un evento di qualità nella splendida location di Belvedere Mastroianni. Siamo grati al Dottor Franco Campegiani, che ha visitato lo spazio dedicato alle opere di Iryna Zyza, per aver dato il suo giudizio critico ai suoi dipinti” Lo dichiara il Presidente Onorario di Nuovi Castelli Romani Ettore Pompili.
“Iryna Zyza, il flusso misterioso e spiazzante del reale. La vivacissima tavolozza di colori usata dalla pittrice Iryna Zyza si muove tra gialli e cobalti dalle tonalità più svariate, mescolate in vario modo tra di loro e digradanti nel grigio cinerino o nel verde smeraldo (campestre, celeste o acquatico che sia). Il ricordo dei maestosi paesaggi rurali della campagna ucraina, squassati purtroppo dal conflitto armato che sappiamo, torna nei luminosi scorci agresti e lagunari dell’agro romano da lei dipinti, con il vitalismo festoso, ma inevitabilmente tragico, legato alla natura e alle cupe vicissitudini della civiltà rurale. Alle visioni imponenti e smaglianti di questi slarghi silvani si contrappone
una produzione di nature morte (peperoncini, grappoli d’uva, calici ed altro) dove i gialli si fanno più luminosi e violenti, alternandosi a rossi, a bruni e a verdi particolarmente intensi, ma a volte anche tetri, dove affiora una tensione chiaroscurale, caravaggesca, che conduce la sensibilità di questa giovane artista verso una poetica dominata dall’armonia dei contrari. Aggiungo che Iryna predilige la pittura a spatola, donando in tal modo all’opera una particolare consistenza materica e distendendo i colori a macchia sulla tela con un espressionismo che forza il paesaggio ai limiti dell’astrazione. Un naturalismo astratto, il suo. Un astratto/concreto dagli effetti dinamici contrapposti al fermo immagine della fotografia classica che pretende di bloccare in uno scatto arbitrario il flusso ininterrotto, misterioso e sempre spiazzante del reale”. Dichiara il critico d’arte Franco Campegiani.
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